lunedì 5 marzo 2012

La dietologia evoluzionistica



Da quando 150 anni fa Charles Darwin svelò i meccanismi della selezione naturale, la speculazione evoluzionistica non ha cessato di allargarsi a macchia d'olio, arrivando ad interessare qualsiasi campo del sapere, e naturalmente anche le scienze dell'alimentazione.
La costatazione più ovvia è stata il fatto che la nostra evoluzione culturale e tecnologica non va di pari passo con la nostra evoluzione anatomica, fisiologica e metabolica: anche un bambino di sei anni potrebbe averne il sospetto, ma è grazie alle conoscenze avanzate della biologia molecolare, e della proteomica in particolare, che si è riusciti a capire il perché. Gli artifici propri dell'intelligenza umana mettono sistematicamente il nostro organismo nella condizione di dover far fronte a molecole di nuova creazione per le quali il nostro genoma non può fornire gli enzimi adatti al fine di digerirle, assimilarle ed eliminarle. Per far fronte a questo compito i meccanismi evolutivi naturali avrebbero dovuto selezionare individui con cambiamenti genetici adeguati alle nuove condizioni. Ma il problema è proprio che la selezione naturale di geni codificanti nuovi enzimi richiede tempi nell'ordine di milioni di anni. L'evoluzione cerebrale dell'uomo, invece, ha avuto un'impennata nel giro di poche migliaia di anni e non c'è stato il tempo materiale per un adeguamento metabolico pienamente funzionale.
Passiamo in rivista i cinque stadi in cui l'Homo Sapiens ha cambiato le proprie abitudini di vita:

  1. 800.000-80.000 anni fa (culture Acheuleana e Mousteriana - Paleolitico inferiore e medio)
    L'uomo arcaico (Antecessor, Cepranensis, Heidelbergensis, Rhodesiensis e Neanderthalensis arcaici) consuma qualsiasi classe di alimenti grezzi (ad eccezione del latte animale) di provenienza esclusivamente selvatica. Produce arnesi primitivi di legno e pietra (clave, bastoni, lance, amigdale, martelline, spaccaossa...). Utilizza sporadicamente il fuoco e probabilmente solo per scopi non alimentari (riscaldamento, protezione dai predatori, vita sociale). La carne consumata proviene in piccola parte dalla caccia ed in gran parte dal furto di resti di animali uccisi da altri predatori. I maschi provvedono agli alimenti animali, le femmine agli alimenti vegetali e quasi tutto il cibo viene riportato al campo base. Seppellisce i propri morti, utilizza linguaggi verbali rudimentali e scolpisce le prime statuine di Veneri.. Vive in Africa, Europa e Asia. Utilizza pellicce per proteggersi dal freddo. I rappresentanti del genere Homo raggiungono il massimo della capacità cranica e della forza muscolare. 
  2. 80.000-11.000 anni fa (Paleolitico superiore)
    L'uomo anatomicamente moderno di origine africana (Sapiens, Cro-Magnon) colonizza tutti i continenti terrestri e si ibrida con altri ominidi contemporanei (Neanderthalensis moderni, Idaltu, Denisova). Utilizza il fuoco per scopi alimentari, probabilmente per cuocere carne e tuberi selvatici, su focolari di pietre o forni di terra. Produce arnesi taglienti molto elaborati in pietra, corna e osso. Lavora le fibre vegetali per produrre indumenti, calzature, reti, trappole, lacci e cesti. I progressi nella lavorazione del legno gli permettono di catturare più animali e di più grandi dimensioni, con canoe, arpioni, ganci e propulsori per lance. Dipinge le pareti delle caverne.
  3. 9.000-3.000 BC (Mesolitico e Neolitico)
    L'uomo apprende le prime tecniche agricole, coltiva alcune specie annuali di granaglie e tuberi in mezzo alle piante selvatiche (agroforestazione, orticoltura forestale) e riproduce per via partenocarpica alcuni alberi da frutto. Utilizza la ruota, l'aratro e la zappa. Addomestica e alleva alcune specie animali, per ottenere carne, latte, yogurt e formaggio. Produce vasellame di terracotta per cuocere, conservare e preparare il cibo. Estrae il sale per condire e conservare il cibo. Costruisce nuovi arnesi per la caccia (frecce, archi, boomerang, asce, reti da circuizione). Produce il veleno per le frecce. Utilizza l'argilla, paglia e legno per costruire abitazioni. Tesse fibre vegetali e animali. Lavora il rame.
  4. 3.000-600 BC (Età del bronzo e Età del ferro)
    L'utilizzo di arnesi di bronzo, ferro e acciaio modifica profondamente le pratiche dell'agricoltura, della caccia, della preparazione alimentare e dello scambio delle merci. L'uomo padroneggia le tecniche della monocoltura, dell'irrigazione organizzata e dell'uso di forza lavoro specializzata. Si estrae l'olio d'oliva, l'olio di palma e si produce il burro. Si sviluppano le civiltà urbane (a cominciare con quella egiziana, mesopotamica e indiana)
  5. dal 600 BC ad oggi (periodo storico)
    Gli artifici e la tecnologia dell'uomo diventano sempre più complessi. La tradizione culinaria si arricchisce sempre di più: il numero delle ricette cresce esponenzialmente (gastronomia) sebbene il numero delle specie viventi diminuisca all'impicchiata (biodiversità). L'uomo acquisisce il dominio totale sulle specie vegetali e animali, e sconvolge tutte le catene trofiche naturali.

Allora come risolvere questo problema? Molti autori hanno cogitato e formulato regimi alimentari speciali nell'intento di colmare (o almeno accorciare) questo divario tra patrimonio genetico e tradizione gastronomica. Qui di seguito faccio un elenco delle cinque metodiche alimentari che io ritengo migliori. Non in assoluto naturalmente, ma sicuramente rispetto all'alimentazione tradizionale e all'alimentazione raccomandata dalla scienza accademica, ed anche rispetto ad altre mode dietetiche che non trovano la necessaria giustificazione nel sapere in campo evoluzionistico, come ad esempio: il fruttarismo, il crudismo vegano, la macrobiotica, la dieta latto-vegetariana cotta, la dieta alcalina, la dieta brethariana, la dieta a zona, la dieta ketogenica, etc...
Queste “top 5” sono classificate in ordine decrescente di “legittimità” scientifica e di difficoltà di applicazione: in effetti le metodiche alimentari che trovano maggiore corrispondenza con le nozioni di biologia evolutiva sono anche quelle che presentano maggiori difficoltà di applicazione, dovute soprattutto al divario con l'ambiente sociale di appartenenza, all'approvvigionamento dei cibi adatti e alla dipendenza fisico-psichica nei confronti dell'alimentazione precedente.

-1) Istintonutrizione di Guy-Claude Burger
(Metodo di rieducazione dell'istinto alimentare)
- esclusione di qualsiasi alimento che abbia raggiunto una temperatura superiore ai 40°C ed inferiore a 0°C
- esclusione di quasiasi denaturazione meccanica (mescolamento, condimento, sovrapposizione, estrazione, triturazione, spremitura, frullatura)
- è necessaria la disponibilità di ogni classe di alimenti, ad esclusione del latte e dei latticini
- preferenza per specie, varietà e razze selvatiche o poco selezionate
- evitare alimenti ottenuti con l'utilizzo di prodotti di sintesi chimica
- l'attrazione olfattiva e il riflesso di salivazione sono gli unici criteri per la scelta dell'alimento da mangiare
- l'alliestesia gustativa e la replezione sono gli unici criteri per determinare la quantità da mangiare
- è essenziale l'approvvigionamento di alimenti di elevata qualità e di ampia diversità

-2) Crudismo non vegano
- tutti gli alimenti sono permessi purché rigorosamente crudi (50°C): frutta fresca, frutta essiccata, ortaggi, verdure, semi, noci, alghe, olive, cocco, avocado, carne, pesce, frutti di mare, uova, miele, polline, etc... (ad eccezione del latte e latticini da evitare anche se crudi)
- sono inclusi: sale, olii spremuti a freddo, spezie, erbe aromatiche, aceto, vino, cacao, stevia, superfoods (acai, maca, chlorella, chia, spirulina...)
- esempi di preparazioni: macedonie senza zucchero, insalate composte, pinzimonio, germogli, frullati verdi, latte di mandorle, salse di noci, centrifugati, succhi d'erba, spremute, gelati senza latte, crackers crudisti essiccati, pane esseno, formaggio di anacardi, carpaccio, tartara, salumi non pastorizzati, pemmican, jerky, maionese non pastorizzata, sashimi, pesce marinato, pesce affumicato a freddo, etc...
- è permessa la congelazione e l'essiccazione al sole

-3) Regime Ipotossico di Jean Seignalet
- include tutti gli alimenti ad esclusione di latte, latticini, frumento, grano duro, mais e qualsiasi prodotto contenente uno di questi alimenti (anche se in piccola quantità)
- utilizzare metodi di cottura dolci che non superano la temperatura di 110°C (bollitura, vapore, bagno-maria)
- gli olii devono essere spremuti a freddo e non devono essere utilizzati durante la cottura, scartare ogni alimento contenente olii raffinati o margarine
- evitare gli alimenti inquinati e scegliere se possibile prodotti biologici
- dare sempre la preferenza agli alimenti crudi
- i prodotti animali non si devono mangiare tutti i giorni
- includere fermenti lattici e integratori di vitamine e minerali

-4) Paleodieta di W. L. Voegtlin, S. Boyd Eaton, M. Konner, L. Cordain
- in prevalenza: carne, frattaglie, pesce, frutti di mare, uova, frutta, noci, verdure, funghi, erbe aromatiche, spezie, miele, germogli.
- fra i prodotti animali sono da preferire le carni grass-fed, la cacciagione e il pesce non allevato.
- esclusi: tutti i cereali, i farinacei, i legumi, i prodotti a base di soia, latte, latticini, zucchero raffinato, sale
- tutti i metodi di cottura sono permessi
- condire solo con olio extravergine d'oliva o olio di colza
- cuocere solo con olio di cocco o strutto
- le proporzioni di lipidi, glucidi e protidi vengono variate in funzione dell'attività fisica individuale e delle prestazioni sportive auspicate.

-5) Dieta dissociata di William Howard Hay
- 1° gruppo: farinacei, pane, pasta, cereali, riso, zucchero, dolciumi, patate, frutta fresca, frutta essiccata, miele, bevande alcoliche, bevande zuccherate, legumi, ortaggi amidacei, castagne...
- 2° gruppo: verdure a foglia, ortaggi a frutto, latticini, uova, noci, noce di cocco, avocado, olive, semi oleosi, soia, condimenti
- 3° gruppo: carne, salumi, pesce e frutti di mare
- i gruppi 1 e 3 non devono essere mai mischiati nello stesso pasto o nella stessa ricetta
- il gruppo 2 può moderatamente essere mischiato con gli altri gruppi
- comporre pasti e ricette col minor numero di alimenti e ingredienti
- far trascorrere almeno 4 ore e mezzo fra un pasto e l'altro
- la regola "no carbs after seven", cioè evitare gli alimenti del primo gruppo a cena


Nonostante la nocività dell'alimentazione tradizionale sia stata ampiamente dimostrata dalla scienza dell'evoluzione, dalla biologia molecolare e dalla genomica, ci sono ancora alcuni rappresentanti dell'establishment accademico, medico e agroalimentare che continuano ad opporsi adducendo motivazioni facilmente invalidabili. Elenco le due principali obiezioni:
  • Il fuoco sarebbe stato utilizzato per scopi alimentari anche nel Paleolitico inferiore. Il maggiore proponente di questa teoria è Richard W. Wrangham che, a partire da un unico ritrovamento di terra bruciata risalente a 1,8 milioni di anni fa (Koobi Fora, Kenia), dichiara che Homo erectus avrebbe utilizzato il fuoco per scopi alimentari in tutto il Paleolitico inferiore. Questa affermazione è disdegnata dalla maggior parte dei paleoantropologi, per i quali i primi segni incontrovertibili di cottura si possono far risalire solo ai Neanderthalensis dell'ultimo periodo glaciale: 80.000-30.000 anni (Gorham Cave, Gibilterra), 80.000-60.000 anni (Shanidar Cave, Kurdistan), 40.000-36.000 anni (Spy, Belgio). C'è da dire, comunque, che Wrangham non è un paleoantropologo, ma un primatologo che ha dedicato tutta la vita ai gorilla: è un acceso sostenitore della dieta vegetariana cotta e ha sempre cercato disperatamente qualsiasi appiglio pur di dimostrare che l'uomo si è evoluto consumando tuberi cotti.
  • Poche migliaia di anni sarebbero state sufficienti per un adeguato adattamento alla cottura, ai cereali cotti, ai latticini e a tutta la recente tradizione culinaria. Questa affermazione si basa su due casi precisi, quello della lattasi e quello dell'amilasi. E' infatti scientificamente provato che le popolazioni umane che hanno una tradizione storica di produzione di latticini abbiano sviluppato geneticamente la capacità di produrre lattasi anche in età adulta. Tutti i mammiferi possono produrre questo enzima per digerire il lattosio del latte materno, ma solo l'uomo continua a consumare latte e latticini dopo il periodo di allattamento. Per l'amilasi salivare, invece, si è scoperto che le popolazioni che tradizionalmente consumano più alimenti amidacei presentano un incremento del numero di geni che codificano questo enzima, il che migliorerebbe presumibilmente la digestione degli amidi. Entrambi questi esempi concernono una mutazione genetica che modifica solo le modalità di utilizzo di enzimi già codificati nel patrimonio genetico umano: per questo motivo non si possono paragonare con l'evoluzione genetica che sarebbe necessaria per un adeguato adattamento ai cibi della tradizione culinaria. Infatti le molecole di nuova formazione che si ingeriscono sistematicamente con i cibi cotti o i latticini (ad esempio l'acrilammide, le amine eterocicliche, le casomorfine bovine, le glicotossine esogene...) richiedono la creazione di enzimi nuovi, per la cui selezione occorrono milioni di anni.
Referenze scientifiche sui tempi necessari per la codifica di nuove proteine:
Molecular clock: proteins that evolve at different at different rates
"L'alimentazione ovvero la terza medicina" del dott. Jean Seignalet
Alcune nozioni di paleoantropologia qui

L'eBook dell'Istintonutrizione è disponibile su Lulu al seguente indirizzo:
 

Include anche la traduzione del libro "Manger Vrai" di Guy-Claude Burger

37 commenti:

  1. Ciao Fausto, articolo molto interessante, come sempre del resto.
    Avrei qualche domanda da farti, non so se varrebbe la pena scrivere un altro post di approfondimento, vedi tu.

    1) quando si parla di carne, bisogna distinguere la carne dalle frattaglie (solo nella 4 è specificato)? ovvero hanno valori nutrizionali e digestivi diversi?

    2) sempre sulla carne: dovrebbe essere cacciata? immagino sia diverso che trovare la bistecca al supermercato.

    3) nella tua classifica si tiene conto anche dell'evoluzione spirituale?

    L'unica osservazione che faccio all'articolo è che si parla di diete, avrei preferito stile di vita. Penso per esempio che un breathariano viva senza alimentarsi (o alimentandosi molto poco) per via di uno stile di vita e non in funzione di una dieta che ha scelto. (non sono breathariano, altrimenti sembra che voglia difendere per interessi questa pratica, che comunque simpatizzo).

    A presto, ciao!

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    1. Ciao
      1) Per quanto riguarda carne e frattaglie, i dati paleoantropologici e evoluzionistici dicono che l'Homo Sapiens e i suoi predecessori hanno sempre avuto la possibilità di mangiare qualsiasi tipo di carne e in qualsiasi stadio di maturazione, quindi non occorre fare alcuna distinzione. Certamente però i valori nutrizionali cambiano molto fra i vari tipi.
      2) La cosa importante non è tanto il modo in cui ci si procura il cibo, ma la qualità intrinseca del cibo stesso.
      3) Io personalmente porto avanti anche ricerche sulla spiritualità e la psicologia, ma da un punto di vista evoluzionistico occorre attenersi rigorosamente al campo alimentare e molecolare, perché altrimenti si creano confusioni e malintesi che rischiano di invalidare la coerenza scientifica del ragionamento.
      Il materialismo e lo spiritualismo hanno entrambi una grande importanza nei rispettivi campi di azione, ma l'uno non deve interferire sull'altro, cioè il campo materiale non può essere investigato con gli strumenti del campo spirituale, e viceversa. Io propendo, invece, per un approccio olistico e organicista, che però non è così semplice e evidente come il pensiero pseudo-newage vorrebbe farci credere. Prima di tentare una veduta d'insieme è indispensabile aver elucidato i meccanismi precisi dei singoli campi ("divide et impera").

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  2. Secondo te l'uomo non è frugivoro?

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  3. Frugivorismo, carnivorismo, vegetarismo, onnivorismo, etc... sono categorie artificiali, arbitrarie e semplicistiche.
    Ci sono solo due approcci scientificamente validi e legittimi per determinare la dieta specifica dell'essere:
    1) l'approccio evoluzionistico, che basandosi sui dati paleoantropologici ricostruisce la dieta della nostra specie nel corso della maggior parte della sua evoluzione.
    2) l'approccio molecolare, che basandosi sulle conoscenze del patrimonio enzimatico umano stabilisce a quali nutrienti siamo adattati e a quali non siamo adattati.
    3) l'approccio empirico, che basandosi sulla sperimentazione sui meccanismi istintivi di presa alimentare cerca di raggiungere l'equilibrio nutrizionale ottimale senza l'aiuto di speculazioni intellettuali.

    Tutto il resto sono osservazioni senza alcun valore scientifico.

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  4. Di alcune cose sono sicuro ovvero:

    - Il latte non serve a nulla ed è dannoso. L'uomo che sia onnivoro o che sia frugivoro o che sia qualcos'altro è l'unico animale che beve il latte dopo l'allattamento e per giunta di un'altra specie. Per tutto il periodo in cui l'uomo ha vissuto sulla terra non ha avuto bisogno di latte e aveva ossa robustissime e non c'era incidenza di osteoporosi.

    - I cereali e i legumi come il latte sono stati introdotti da soli 10000 anni. Non servono a nulla, visto che le vitamine e sali minerali sono presenti nella frutta e nella verdura, inoltre allo stato crudo sono immangiabili (inodore e insapore) oltre che tossici (vedi fagioli, cicerchie, fave, grano saraceno che contengono/causano rispettivamente emoagglutinina, latirismo, favismo e fagopirismo)

    -Il cibo moderno manipolato o junk food lo considero un non cibo.

    Quindi i cibi che rimangono sono frutta, verdura, carne e pesce, uova, frutta a guscio e semi. Personalmente ho adottato un'alimentazione frugivora, ma in via sperimentale, nel caso fallissi, reintrodurrei il pesce

    Ad ogni modo per quanto riguarda quello che hai detto sulla paleoantropologia c'è da dire che ci sono sono studi recenti che dicono che l'uomo fino all'homo erectus ha mangiato solo frutta (Professor Alan Walker FRS membro della Società Reale britannica).

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  5. Non sono riuscito a trovare il lavoro al quale ti riferisci: ti prego di pubblicare il link dell'articolo scientifico originale di Alan Walker (in inglese).
    I dati paleoantropologici sui primi rappresentanti del genere Homo (Habilis, Erectus, Rudolfensis, Ergaster, etc.), a partire quindi da 2 milioni di anni fa, indicano indiscutibilmente che il consumo di carne era regolare e cospicuo.
    Ciò che è evidente è che quella data ha costituito una transizione importante, dall'alimentazione a predominanza vegetariana dell'Australipithecus e del Paranthropus (simile a quella degli odierni scimpanzè) all'alimentazione a predominanza carnivora del genere Homo.
    In ogni caso quella transizione non è stata netta, perché le categorie "vegetariano" e "carnivoro" non sono applicabili né agli scimpanzé né all'uomo. Ricordiamo infatti che le proteine animali non sono assenti dalla dieta degli scimpanzè, e praticano la caccia in modo metodico e organizzato, nonostante la propaganda vegana voglia far credere il contrario.

    Una precisazione sul grano saraceno: è perfettamente mangiabile anche allo stato crudo. Fai la prova con quello che si vende nei negozi bio e mangialo a secco, vedrai che non c'è alcun problema ed è molto buono.

    Ti prego di pubblicare i commenti col tuo nome.

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  6. Link articolo scientifico Alan Walker: http://www.health101.org/art_diet2.htm

    Sono al corrente del fatto che gli scimpanzè caccino e che facciano consumo di insetti, ma ciò rappresenta al massimo il 2% della loro alimentazione: http://www.janegoodall-italia.org/html/scimpanze_notizie.html al punto "caccia".

    Davvero è buono crudo il grano saraceno? Ma secco o germogliato?

    Io sono stato vegano per un periodo, ma poi mi sono nettamente distaccato da quell'ideologia, ora voglio solo capire quale sia l'alimentazione ideale per l'uomo. Per ora come ho detto prima sto sperimentando l'alimentazione frugivora, ma potrò cambiare idea.

    Secondo me l'alimentazione moderna è la causa di molti problemi riguardanti la salute, l'ambiente e l'economia.

    Simone

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  7. Grazie del link, ma io ho bisogno dell'articolo originale dello stesso Alan Walker. Se dovessimo credere a quello che scrivono sui siti di propaganda vegana staremmo freschi.

    Grano saraceno: ho detto "a secco". Per altre domande riguardo i cibi crudi, utilizza per favore il gruppo che ho creato su Facebook. https://www.facebook.com/groups/136658076446141/

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  8. C'è questo: http://www.google.it/#hl=it&output=search&sclient=psy-ab&q=New+York+Times%2C+Science+Times%2C+Tuesday+May+15%2C+1979&oq=New+York+Times%2C+Science+Times%2C+Tuesday+May+15%2C+1979&aq=f&aqi=&aql=&gs_l=hp.3...436.436.0.846.1.1.0.0.0.0.212.212.2-1.1.0...0.0.lzLEqjMvYts&pbx=1&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.r_qf.,cf.osb&fp=17a45ad9e77d474d&biw=1920&bih=934

    Spero funzioni, è l'unico altro link che ho trovato, proviene dal New York Times

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  9. No, è sempre lo stesso articolo di divulgazione riproposto in altro modo.
    Comunque, come ho già detto, è scientificamente ammesso che i predecessori del genere Homo fossero prevalentemente (ma non esclusivamente) vegetariani. Ma diversamente da quanto l'articolo dice, già a partire da Homo Habilis la componente carnea aumenta considerevolmente e progressivamente. All'inizio gli Homo si specializzarono nel furto degli animali già uccisi, poi svilupparono tecniche di uccisione sempre più efficaci, fino ad arrivare al culmine del consumo di carne con i Neanderthal verso i 50.000 anni fa. Poi il perfezionamento delle tecniche di accensione e controllo del fuoco portarono ad un cospicuo aumento del suo utilizzo a scopo alimentare, e questo permise di consumare maggiormente alimenti fino ad allora non commestibili, come tuberi e cereali.

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  10. Quindi, riepilogando, il nostro genere di appartenenza (Homo) ha consumato carne a gogo per il 97.5% della sua esistenza. (2.000.000/50.000)

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  11. Pensi che l'uomo debba cacciare senza armi per poter dire che la sua dieta sia veramente naturale? Mi spiego, se l'uomo riesce ad uccidere e mangiare un animale senza armi e gli piace crudo allora è una prova che la carne è adatta all'uomo. Io personalmente non riuscirei ad uccidere un animale, ma forse è un imprinting culturale, del resto alla maggior parte delle persone fa schifo mangiare insetti o uccidere direttamente ma solo perchè è una specie di luogocomune imposto psicologicamente da tutti.

    Un'altra cosa, io quando ancora mangiavo carne mi ricordo che cotta senza condimento non mi piaceva ed era difficilmente masticabile. Secondo te il problema deriva dalla cottura? Cruda è buona?

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  12. Per definire ciò che è "naturale" occorre prendere in considerazione tutti e tre gli approcci di cui ho parlato nelle risposte precedenti.
    Ad esempio, dal punto di vista metabolico siamo perfettamente in grado di digerire e assimilare carne cruda.
    E dal punto di vista istintivo, le proprietà organolettiche della carne cruda permettono ai nostri meccanismi istintivi di regolare la presa alimentare.
    E tutto ciò indipendentemente dalla nostra personale reale capacità di procurarci l'alimento in questione con le nostre proprie mani: non è detto che i nostri comportamenti esteriori abbiano seguito per forza gli stessi percorsi dei nostri enzimi metabolici o dei nostri meccanismi istintivi. L'eventuale esistenza di un "décalage" non vuol dire necessariamente che la cosa non sia "naturale".

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  13. Secondo te è possibile avere un'intossicazione a causa dei batteri della carne anche se fresca (e biologica)?
    Per il pesce c'è il problema del parassita anisakis se crudo, quindi bisogna congelarlo a temperature molto basse se non sbaglio.
    Credi alle teorie di Pasteur? Io penso che un'alimentazione corretta potrebbe mantenere degli equilibri fisiologici che ci permettono di non ammalarci.
    Gli studi sulla dannosità della carne rossa secondo te hanno qualche valore oppure il problema sta negli antibiotici, negli ormoni e nei tipi di cottura/condimento?
    L'uomo può fare a meno della carne e mangiare solo pesce?

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  14. Tante domande... ti consiglio di leggere la traduzione del libro "Manger Vrai" di Guy-Claude Burger che ho pubblicato qui:
    http://makeupyourowndamnmind.blogspot.com/2011/12/traduzione-manger-vrai-prima-parte.html
    avrai la risposta a molte delle tue domande.

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  15. Dopo tanto tempo ho trovato quell'articolo sugli studi di Alan Walker: http://news.google.com/newspapers?nid=1828&dat=19790516&id=FEEdAAAAIBAJ&sjid=ZKcEAAAAIBAJ&pg=1342,2353802

    A ogni modo sono comunque ancora in ricerca dell'alimentazione più adatta all'uomo. Il libro che mi hai passato non ho avuto modo di leggerlo approfonditamente, ma sicuramente lo farò...

    Simone

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  16. Fausto posso sapere se libro sull'istintonutrizione è in vendita e se è tradotto in italiano ? (Quello cartaceo)
    Poi avevo alcune domande da farti... ho quasi finito la seconda parte del libro online.

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  17. No, non è stato pubblicato da nessuna casa editrice.

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  18. Quindi non ne hai nessuna copia?

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    1. Se non è stato pubblicato, come faccio ad everne una copia?

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  19. Hai ragione ma avevo letto di un utente se l'era fatto spedire da te. Può essere che ho frainteso il messaggio.

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  20. No, non hai franteso, ma si tratta di dieci anni fa. Avevo stampato qualche copia del manoscritto in copisteria.
    Ma tu non puoi stamparlo con la stampante?

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  21. Certo, penso di fare così, una cartuccia dovrebbe bastare. Altrimenti ci vorrebbe un ebook reader.

    Avevo una domanda, è possibile rieducare l'istinto senza dover andare al castello di Montramè?

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  22. In ogni caso il Centro di Montramé adesso è chiuso, forse per sempre. Quindi non ti resta che sperimentare da solo.

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  23. Pensavo fosse aperto, anche se Guy Claude Burger è stato arrestato per abuso di minori.
    H provato a sentire l'odore di alcuni frutti per capire se il mio organismo ne necessitava, e in alcuni casi sentivo un buon profumo in altri invece un odore che anche non essendo cattivo non mi attraeva.
    Può anche dipendere dalla qualità (a seconda della coltivazione in maniera naturale o artificiale) del cibo se il nostro istinto lo rifiuti o lo accetti?

    Poi volevo sapere se gli alimenti animali (carne, pesce e uova) vanno bene biologici oppure sono necessari di una qualità migliore e se bisogna averne un'ampia varietà al momento della verifica dei bisogni istintivi...

    Grazie per l'aiuto

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  24. Tutte queste informazioni le puoi trovare sul libro oppure sul gruppo facebook apposito (indirizzo a lato), anche se adesso è chiuso, ma puoi leggere i vecchi post.

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  25. Ho finito di leggere il libro. Faccio i complimenti a Guy Claude Burger per l'esposizione delle informazioni e per le scoperte che ha fatto.
    Secondo le indicazioni alimentari del libro il cibo biologico non è adeguato, inoltre sono necessari svariati anni per imparare da soli a recuperare l'istinto.
    Mangio cibo 100% crudo da 3 mesi, tuttavia alcuni alimenti che mangio non sono di buona qualità e/o sono selezionati (la frutta per esempio anche se biologica)
    Quindi mi si pongono alcuni problemi:
    1)Non so come approvvigionarmi del cibo di qualità e soprattutto non ho la possibilità economica per comprare cibo da Orkos
    2)Non riesco a comprendere l'alliestesia gustativa e quella olfattiva... quando odoro una mela trovo che abbia un buon odore, ma odorando altra frutta lo ha anche essa, non saprei come orientarmi

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    Risposte
    1. Prima di incominciare il pasto, mettiti tutte le varietà di frutta davanti a te, e annusale una ad una. Metti da parte quelle con un buon odore. Finito il giro, rincomincia con quelle varietà che avevi messo da parte, e scegli le migliori all'olfatto. C'è sempre un frutto che attrae olfattivamente più degli altri, e alla fine rimane solo quello, gli altri odori si affievoliscono. Allora puoi mangiarlo.
      Per l'approvvigionamento, devi visitare molti negozi e mercati, qualcosa di buono si trova sempre, col tempo imparerai a scegliere prodotti di qualità.
      Mi dispiace, ma non so come aiutarti di più. Hai letto i vecchi post del gruppo su Facebook?

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  26. E per quanto riguarda carne, pesce e uova?
    La carne in Italia esiste biologica ma non grass-fed, il pesce si trova biologico solo d'allevamento, le uova ci sono biologiche e sono anche economiche infatti pensavo di utilizzarle come fonte animale primaria.
    Ho anche un altra domanda, come mai non percepisco alcun odore oppure percepisco un odore molto debole da certi cibi? Per esempio i datteri essiccati e i cachi? Inoltre in questo periodo ho un'espulsione massiccia di muco (che mi impedisce di sentire gli odori), che come dice il libro dovrebbe essere un tentativo di liberarsi delle grandi quantità di molecole anomale generate dalla cottura del cibo mangiato in precedenza...

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  27. Non hai risposto alla mia domanda: hai già letto tutti i vecchi post sul gruppo su Facebook?

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  28. Per quanto riguarda la domanda sulla percezione debole degli odori di alcuni cibi, la pagina di facebook mi ha già risposto. Ma per le altre?
    La carne, il pesce e le uova biologici sono accettabili? L'espulsione massiccia di muco che mi ottura il naso impedendomi di sentire appieno gli odori come lo risolvo? Ci vuole semplicemente del tempo?

    Grazie ancora

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  29. Dato che non mangio alimenti animali da tempo come dovrei riavvicinarmi ad essi? Devo prenderne per forza un'ampia varietà? O ne basta anche uno solo? Il problema è sempre di tipo economico, finchè sono le uova biologiche non ci sono problemi, ma la carne è molto costosa...

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  30. Continuando a leggere i post del gruppo troverai risposte anche per i prodotti animali.
    Per quanto riguarda il muco, ti consiglio di andare da un dottore, oppure di utilizzare la Cassia Fistula (informazioni su di essa sul gruppo e su questo blog).
    Per altre domande ti prego di utilizzare la chat di Facebook.
    Ciao

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  31. Come funziona la chat? Ho già inviato di richiesta di essere incluso nel gruppo facebook.
    Comunque ho letto la pagina da cima a fondo e ho avuto risposta a tutte le domande eccetto una: è per forza necessario disporre di una ampia varietà di alimenti? Sarebbe un problema dal punto di vista economico per quanto riguarda gli alimenti animali...

    Grazie e non appena avrò capito come si usa la chat utilizzerò quella.

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  32. Si, è necessario avere un vasta gamma di alimenti vegetali e animali, soprattutto nei primi anni del cambiamento alimentare.

    Il gruppo su Facebook è disponibile solo per leggere i vecchi post. Per chattare con me, devi prima inviarmi una richiesta di amicizia, e poi puoi mandare messaggi.

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