giovedì 22 settembre 2011

Lo studio degli esseri viventi




Secondo la proposta dell'etnologo Nikolaas Tinbergen lo studio degli esseri viventi può essere effettuato seguendo quattro diversi approcci.
  1. Secondo l'approccio adattativo-funzionale-finalista, vengono spiegate le caratteristiche di una determinata specie in base al vantaggio evolutivo che esse forniscono, si determina l'impatto di una di queste caratteristiche sulle probabilità di sopravvivenza e di riproduzione di una determinata specie nell'ambito del suo ambiente o di un determinato individuo nell'ambito della sua specie, e si confrontano i vantaggi della caratteristica in questione con i suoi costi.
  2. Secondo l'approccio filogenetico, viene ricostruita la storia di una determinata specie a partire dallo studio dei suoi precursori fossili e del suo DNA, si fornisce la spiegazione evolutiva dei cambiamenti sequenziali della specie in questione nel tempo, si confrontano caratteristiche simili nelle specie ad essa imparentate, si cerca di spiegare come queste somiglianze si siano potute verificare nell'ambito del processo filogenetico, ci si chiede perché queste caratteristiche evolvano in un modo e non in un altro e perché la selezione naturale non riesca sempre ad ottenere un “design” ottimale, e si cerca di capire in quale misura le tappe e i prerequisiti filogenetici persistenti determinino la forma di caratteristiche più moderne.
  3. Secondo l'approccio meccanicista-materialista, vengono descritti la struttura, i livelli e i meccanismi di un determinato organismo, nonché le relazioni funzionali di causa-effetto all'interno di ciascun livello e tra i vari livelli.
    Il filosofo Nicolai Hartmann ha postulato che i livelli di complessità della realtà obbediscono a quattro leggi, le quali potrebbero essere applicate anche agli esseri viventi:
    - la legge della ricorrenza: le categorie inferiori si riproducono nei livelli superiori come sub-aspetti delle categorie superiori, ma l'inverso non si verifica mai.
    - la legge della modifica: gli elementi categoriali si modificano nel momento in cui si ripetono nei livelli superiori, in quanto vengono modellati dalle caratteristiche dei livelli superiori.
    - la legge del novum: la categoria superiore è composta da una diversità di elementi inferiori, ma contiene in più un novum specifico che non è incluso nei livelli inferiori.
    - la legge della distanza fra livelli: i vari livelli non hanno uno sviluppo continuo, ma per salti. Questo significa che i livelli possono essere chiaramente differenziati l'uno dall'altro.
  4. Secondo l'approccio ontogenetico-evolutivo, vengono descritte le tappe dello sviluppo di un determinato organismo, i cambiamenti sequenziali dell'individuo durante tutta la sua vita, il ruolo svolto dalle esperienze e dai fattori ambientali, i periodi critici durante i quali si effettua l'interazione tra i geni e l'ambiente, nonché i meccanismi epigenetici.
    Una teoria che può risultare utile, sebbene sia molto controversa, èla teoria della ricapitolazione (chiamata anche teoria biogenetica) nata nell'ambito della Naturphilosophie tedesca e formulata in seguito dal biologo-filosofo Ernst Haeckel. Questa teoria afferma che l'ontogenesi ricapitola la filogenesi, cioè che lo sviluppo individuale di un organismo si effettuerebbe riproducendo le tappe evolutive di alcuni dei suoi antenati. Secondo Haeckel, questo deriva dall'azione reciproca delle leggi dell'eredità e dell'adattamento.
    A parte Freud, che si appoggiò su questa teoria per definire il legame tra la sessualità orale/anale e la genealogia dei quadrupedi, e per definire le nevrosi come caratteristiche ancestrali fisse, la maggior parte degli psicologi considera questa teoria desueta ed inapplicabile all'ontogenesi della psicologia umana. L'utilità di questa teoria è che grazie ad essa si possono fare deduzioni e spiegare alcune peculiarità dell'ontogenesi a partire dalla filogenesi, ma il problema è che l'inverso non è sempre vero, cioè le conclusioni tratte a partire dall'ontogenesi e applicate ad una filogenesi sconosciuta sono soggette a specifiche limitazioni. Sebbene questa teoria ci permetta di ricostruire la successione filogenetica e di conoscere meglio la cronologia della comparsa delle caratteristiche delle specie imparentate, la ricerca degli anelli mancanti filogenetici resta ancora ipotetica.

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