venerdì 9 ottobre 2009

L'Yi King (seconda parte): l'intelletto infinito...


Spero che la prima parte sia stata di vostro gradimento ed abbia per lo meno suscitato il vostro interesse. Abbiamo già postulato l'ipotesi che l'Yi King non sia altro che l'estensione del nostro stesso intelletto. E' un'ipotesi dura da mandar giù, non tanto a causa della convinzione “illuministica” che l'intelletto della specie umana sia già perfetto in quanto punto di arrivo di un lungo processo evolutivo, quanto per la convinzione “oscurantistica” che occorra diffidare del nostro intelletto come di qualsiasi altra nostra qualità che potrebbe potenzialmente rimettere in discussione la nostra vita. Ma la verità è che abbiamo dentro di noi una macchina di calcolo di potenza finita, che siamo liberi di affermare o negare grazie alla nostra volontà infinita.
Quando, e se, incomincerete a consultare l'Yi King, non potrete fare a meno di porvi le seguenti domande: se l'Yi King sa qualcosa di me che io non posso sapere, significa forse che io sono “predeterminato”? Ma se l'Yi King stesso istilla il dubbio in me, significa forse che è un oracolo “incompetente”?
Anche stavolta cerchiamo di rispondere servendoci di Matrix, per la precisione dell'incontro fra Neo e l'Oracolo nel secondo film “Matrix Reloaded”. Ecco il dialogo:

- N) Allora, se dovessi provare ad indovinare, direi che lei è un programma del mondo delle macchine.
- O) Fin qui è giusto.
- N) Ma se questo è vero, vuol dire che lei fa parte del sistema, un altro tipo di controllo.
- O) Vai avanti.
- N) Suppongo che la domanda più ovvia sia “Come posso avere fiducia in lei?”.
- O) Centro! Il problema è proprio quello, non c'è alcun dubbio. E la cattiva notizia è che non c'è veramente un modo perché tu possa sapere se io sono qui per aiutarti o meno, quindi sta a te scegliere, devi semplicemente prendere una decisione: o accetti quello che ti dirò o lo rifiuti.
Una caramella?

(Gli porge una caramella. Neo esita a prenderla)
- N) Lei sa già se la prenderò o meno?
- O) Non sarei un oracolo se non lo sapessi.
- N) Ma se lei lo sa già, come posso fare una scelta?
- O) Perché non sei venuto qui per fare una scelta, tu l'hai già fatta la scelta. Tu sei qui per cercare di capire perché hai fatto quella scelta.
(Neo prende la caramella)
- N) E invece lei perché è qui?
- O) Stesso motivo. Adoro le caramelle!
- N) Ma perché ci vuole aiutare?
- O) Siamo tutti qui per fare quello che tutti noi dobbiamo fare. Io sono interessata ad un'unica cosa Neo: il futuro. E credimi, questo lo so, l'unico modo per arrivarci è insieme.

Anch'io mi sono chiesto: se faccio qualcosa e l'Yi King sa in anticipo quello che farò, non sono libero; eppure è l'Yi King stesso a farmi credere che sono libero di decidere...
L'uomo ha una volontà infinita, ma è dotato di un intelletto finito: non sa se quello che egli vuole gli riuscirà o meno e, se bisogna essere onesti, non sa neanche quello che vuole per davvero. Dall'altra parte, invece, c'è l'Yi King che ha un intelletto apparentemente infinito e che sa molte più cose dell'uomo. Nonostante ciò, l'Yi King ci si propone come qualcosa che non ha un intelletto così infinito come si potrebbe credere: l'Yi King non è un dio, è solo un oracolo.
Ma allora perché abbiamo bisogno di lui? Per far raggiungere al nostro intelletto la chiarezza e la distinzione necessari affinché la nostra volontà infinita non venga esercitata con precipitazione per emettere giudizi troppo affrettati. L'alleanza tra l'Yi King e l'uomo riflette l'alleanza tra l'intelletto e la volontà: l'intelletto ha sempre bisogno di una volontà libera che affermi o neghi ciò che esso propone, cioè che ne riconosca la verità. In fondo l'intelletto di per sé non può proporre granché: solo la volontà, in quanto infinita, può affermare o negare qualsiasi cosa. L'intelletto non afferma nulla: è solo una macchina da calcolo e da intuito, una macchina che collega le idee all'interno di un'intuizione. Siamo noi che ci dobbiamo decidere ad ascoltare l'Yi King, come solo la volontà può decidersi a piegarsi all'intelletto. Ed il frutto dell'incontro tra intelletto e volontà è il passaggio all'azione.
(in attesa della terza parte, vorrei sapere quello che ne pensate)

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