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giovedì 8 ottobre 2009

Le Lamiaceae: regine del Mediterraneo



La famiglia delle Lamiaceae raggruppa molte piante erbacee ed arbustive che prosperano nei paesi che costeggiano il Mediterraneo.
Propongo di imparare a conoscere meglio queste piante perché sono molto importanti per la nostra salute.
Esse sono una fonte preziosissima di sostanze che aiutano il nostro organismo a mantenere il suo equilibrio interno.
Le Lamiaceae (chiamate anche Labiatae) posseggono in generale queste tre proprietà:
- antisettica/battericida: aiutano il sistema immunitario a tenere sotto controllo i batteri del cavo orale, dell'intestino, delle vie aeree, delle vie urinarie e della pelle.
- antispasmodica e sedativa: rilasciano la muscolatura liscia, sciolgono gli spasmi e calmano il sistema nervoso.
- digestiva/antidispeptica: stimolano la secrezione dei succhi digestivi.
Quali sono queste piante?
Quelle più comuni: il basilico (verde, violetto, limoncello), la lavanda, la menta (piperita, romana, puleggio), il timo (volgare, limonato, serpillo/pepolino), la maggiorana, l'origano, la santoreggia (domestica, montana), il rosmarino, la salvia, la melissa (chiamata anche citronella o cedronella), l'issopo, la nepetella (chiamata anche mentuccia), il marrubio.
Quelle meno comuni: la cardiaca, il camedrio, la monarda, la perilla (shiro rosso), la sclarea (erba moscatella), la yerba buena, la betonica, la cimiciotta, l'ellera terrestre, la brunella, la scutellaria.
Tutte queste piante hanno qualcosa in comune: strofinate le loro foglie e i loro fiori, o semplicemente avvicinate sufficientemente il vostro naso, e sentirete un odore molto intenso, naturalmente diverso da pianta a pianta. Questo odore è dovuto soprattutto ai composti aromatici che nelle Lamiaceae sono presenti in grande quantità. Per assorbire queste preziose sostanze è sufficiente semplicemente inalare il profumo della pianta (sia fresca che essiccata). In alternativa, se l'odore è particolarmente invitante e stimola la salivazione, se ne può mettere qualche foglia in bocca e biascicarla a lungo per permettere alla saliva di estrarre gli aromi contenuti nel vegetale. Bisogna fare attenzione ad ingoiare solamente se il sapore resta molto gradevole, altrimenti è necessario sputare.
Le lamiaceae si possono trovare nella vegetazione spontanea oppure possono essere coltivate ovunque, anche in un piccolo vaso, che potrete utilizzare per profumare la vostra casa. In alternativa, una soluzione molto più comoda, è comprarle essiccate in erboristeria, o seccarle in casa (mi raccomando rigorosamente all'ombra), per poi metterle in un vasetto di vetro a chiusura ermetica. A quel punto, quando se ne ha voglia, basta aprire il vasetto per poter riempire le proprie narici di quell'odore inebriante. Le foglie secche si possono utilizzare anche per fare un pot pourri, insieme ad altri fiori.
Per gli amanti del giardinaggio, sappiate che le lamiaceae sono tra le piante che si propagano con più facilità tramite talea: cioè basta tagliare un ramoscello dalla pianta madre e piantarlo immediatamente in terra per avere una nuova piantina. E non preoccupatevi se avete poco spazio: sono tutte piante che non superano mai la dimensione di un cespuglio. Inoltre, piantando una di queste piante contribuirete a nutrire le api, le quali sono particolarmente attratte dalle Lamiaceae, e sappiamo tutti che periodo difficile stanno passando queste povere bestiole. Ma se non volete farlo per le api, fatelo per voi stessi, perché il miele di queste essenze (ad esempio di timo, rosmarino o lavanda) è veramente delizioso!
Le mie Lamiaceae preferite sono la salvia fresca (quando ho l'alito cattivo strofino una foglia sui denti e le gengive) e la menta secca (ne sgranocchio qualche foglia quando ho lo stomaco sottosopra). D'altronde una mia amica, nei primi mesi di gravidanza, ha risolto il problema delle nausee con la menta: non appena sentiva che stava per vomitare, annusava un vasetto di menta essiccata che teneva sempre nella borsetta a portata di mano e la nausea scompariva immediatamente.
Appartengono alle Lamiaceae anche:
- la tuberina (di origine giapponese, chiamata "crosnes" in Francia e "chinese artichoke" nel resto del mondo), sono piccolissimi tuberi bitorzoluti dal sapore ed dalla consistenza simili al topinabur, buonissimi da mangiare crudi (vedi foto).
- il patchouli, sebbene le foglie sprigionino il famoso odore soltanto dopo la fermentazione
- il coleus e la salvia splendens che sono piante ornamentali
- la chia, chiamata anche salvia hispanica, con i cui semi (simili all'amaranto) si fa una farina utilizzata dalle antiche popolazioni messicane per la panificazione e che oggi sta diventando di moda grazie al fatto che è ricca di omega 3 e non contiene glutine. Devo sottolineare, però, che i semi di chia allo stato crudo e non lavorato sono immangiabili, a meno che non facciate "cip cip" o "coccodè"!
- l'erba gatta (Nepeta Cataria) che i gatti adorano, da non confondere però con l'erba d'orzo e d'avena, anch'essa molto apprezzata dai gatti.
Anzi, vi invito a riflettere sul comportamento di questi carnivori (e il gatto è un "vero" carnivoro, a differenza del cane) che diventano letteralmente pazzi quando sentono l'odore di questa insignificante piantina, il cui aspetto assomiglia molto alla menta. Si riempiono i polmoni di quest'odore, strusciano il pelo sulle foglie e sui fiori, li masticano con voluttà e poi se ne vanno con un'espressione euforica e soddisfatta. Qualche volta l'erba gatta fa vomitare il gatto e sembra quasi che l'effetto sia ricercato, perché dopo sembra che stia meglio di prima. Vi siete mai chiesti come fa a sapere il gatto che l'erba gatta è efficace in caso di indigestione, nonché per espellere le palle di pelo? Beh, non lo sa! Non è l'intelletto che lo spinge a mangiare questo vegetale, né la memoria, bensì l'olfatto. Sicuramente, in quei momenti, per il gatto l'odore dell'erba gatta prende il sopravvento su qualsiasi altro odore, ed è talmente allettante che non può fare a meno di cercarla e divorarla.
Riguardo all'erba gatta, è doveroso fare anche un'altra osservazione: i gatti sembrano cadere in uno stato allucinatorio paragonabile in tutto e per tutto a quello indotto
nell'essere umano da un'altra pianta, la salvia divinorum, appartenente anch'essa alle Lamiaceae . Dovremmo forse ritenere che le visioni provocate dalla masticazione prolungata delle foglie di questa pianta (attenzione: è illegale) siano "naturali"? Bisogna anche aggiungere che la salvia divinorum non esiste in natura, cioè è frutto della selezione artificiale dell'uomo. Dovremmo allora considerarla "innaturale" per questo? D'altronde non è l'unica pianta che non esisterebbe se l'uomo non l'avesse coltivata: lo sono ad esempio anche la banana, il mais, il cavolo, la zucca, lo zenzero, il fagiolo e naturalmente il frumento. Vi invito a riflettere su questi quesiti ed aiutarmi a dare una risposta.

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